Scalare le montagne mi riporta sempre bambina, quando insieme a mio fratello Jo e Nonno, facevamo grandi scarpinate sugli Appennini, cogliendo more e fragole lungo i sentieri, respirando la Natura nelle sue infinite diversità e intonando canti montanari che rimbombavano tra le vallate.
Stamattina sono emozionata. Non faccio che ripetermi quanto sarebbe stato orgoglioso Nonno.
Di nuovo io e Jo, qualche anno in più, ma con lo stesso entusiasmo di quando eravamo bambini e instancabili.
È l’alba, l’aria è ancora pungente, il villaggio è immerso nel silenzio, e dopo una ricca colazione e un breve briefing con la nostra guida Cicilio, cominciamo la nostra scalata.
Lungo il percorso Cicilio ci indica alcune piante che usano principalmente per curarsi – vista la lontananza da Sao Felipe -, ci racconta la sua vita, trasmettendoci l’orgoglio per la sua terra “la più bella del mondo”.
Quando gli domando: “e se erutta di nuovo il Vulcano?” lui con molta calma risponde: “avremo tempo per scappare, e poi per tornare e ricostruire tutto da capo. Non posso abbandonare la mia Terra. Sono nato qui.”
Cicilio ci è rimasto nel cuore, vive nel villaggio Chas das Caldeiras, comunità alla caldera del Vulcano. Ha frequentato la scuola fino a 11 anni, nonostante questo conosce 4 lingue, è di una educazione e rispetto raro, e mantiene la sua famiglia dignitosamente portando tutti i giorni i turisti sul Vulcano.
Raggiunta la vetta del Pico grande, si è completamente immersi nella vastità del panorama e da quella altitudine sovrastiamo persino le nuvole. Dalla terra del Vulcano arrivano folate di zolfo e la natura appare agli occhi molto arida. Ci rifocilliamo per proseguire il nostro percorso: scalare anche Pico piccolo – cratere formato durante l’ultima eruzione del 2014.
Raggiunto anche Pico piccolo, il paesaggio si presenta diverso dal precedente. La terra è ancora grigia plumbea mista a tratti color corallo, per la recente eruzione. Stacco pezzi di lava friabile e ancora calda, mi scaldo da alcune bocche di aria, quasi bollente, che sprigiona la Terra e osservo questo paesaggio quasi lunare.
La discesa è stata ancora più incredibile, distese di lava soffice e tiepida, da percorrere rigorosamente correndo…. e possibilmente urlando! ( liberatorio 😊)
Nell’ultimo tratto, in pianura, costeggiamo le vigne dalle quali viene prodotto il Vinho do Fogo.
Dopo 6 ore di camminata, quei grappoli d’uva dolce… racchiudono tutto il gusto di una meritata ricompensa 😊